Dal 7 ottobre, giorno dell’attacco organizzato da Hamas nella Striscia di Gaza verso Israele, gli occhi di tutti sono puntati verso questa parte del mondo. In un’unica giornata 4600 persone sono state ferite e 1139 hanno perso la vita. Da allora e per una buona ragione noi Rotariani seguiamo gli avvenimenti e ci interessiamo a questa tremenda vicenda. All’inizio del mese si è svolta a Gaza una grande campagna di vaccinazione, alla quale il Rotary ha aderito tramite «End Polio Now». Ne parliamo con il Rot. Cory Edwards, coordinatore PolioPlus per il Distretto 2000.
Cory, cos’è accaduto all’inizio di settembre nella Striscia di Gaza e per quale ragione questa iniziativa è così significativa?
Cory Edwards: all’inizio di settembre 2024 nella fascia centrale di Gaza è stata avviata una grande campagna di vaccinazione contro la Polio. La prima fase ha avuto luogo dal 1 al 3 settembre e ha coinvolto i bambini sotto i dieci anni di età. Al termine ne abbiamo vaccinati 187’000, molti di più di quanti erano previsti (157000). Il maggior numero era legato alle numerose famiglie provenienti da altre zone di Gaza giunte qui alla ricerca di una zona più sicura.
Non esiste modo per sottolineare l’importanza e l’efficacia di questa operazione! A Gaza, dopo 25 anni di totale assenza, la Polio è improvvisamente riapparsa sotto forma di Virus Tipo 2 (cVDPV2). Si tratta di una forma / variante particolarmente pericolosa, che ha aggredito una popolazione che si distingue per un basso tasso di vaccinazione. L’obiettivo della campagna è di impedire una nuova e larga diffusione della malattia impedendo l’apparizione di nuovi casi di paralisi infantile.
In questo momento nessuna regione al mondo è segnata come la Striscia di Gaza. Come è possibile portare avanti una campagna a largo spettro in queste condizioni?
La sfida maggiore è legata alle instabili condizioni di sicurezza. Da anni o meglio da decenni la Striscia di Gaza è toccata da conflitti, negli ultimi mesi la situazione si è ulteriormente aggravata. I sanguinosi combattimenti fra Israele e Hamas hanno provocato la distruzione o la parziale inefficienza delle strutture sanitarie / ospedaliere. La libertà di movimento della popolazione è fortemente compromessa, un fattore che spesso impedisce alle famiglie di raggiungere le infrastrutture fisse adibite alla vaccinazione. Per questo motivo sono state create 384 squadre mobili di intervento per assicurare l’arrivo del medicamento anche in zone di difficile accesso e nei campi profughi.
Un ulteriore problema è la mancanza di acqua potabile e di condutture di scarico funzionanti. Ciò aggrava notevolmente le condizioni igienico-sanitarie di tutta la Striscia di Gaza e conseguentemente contribuisce alla diffusione di malattie, tra le quali la Polio. In aggiunta dobbiamo tenere conto dell’enorme carico psichico gravante sulle famiglie costrette a vivere in condizioni molto difficili. Molte persone hanno perso la loro casa e si sono rivolte alle organizzazioni umanitarie, sovente hanno difficoltà nel reperimento di generi alimentari e di aiuti di prima necessità.
In questo difficile contesto come siete riusciti a raggiungere tutte le persone bisognose del vaccino?
È stata una sfida immane dal punto di vista logistico ma alla fine grazie alla collaborazione di diversi partners l’operazione ha avuto successo! Più di 2180 incaricati per la salute e parecchi dipendenti comunali hanno collaborato in 513 teams localizzati in 143 strutture fisse: fra queste vi erano ospedali, centri medici, punti di approvvigionamento e perfino tende nei campi profughi. In aggiunta alcuni teams mobili hanno visitato le famiglie impossibilitate a raggiungere le strutture fisse di vaccinazione. In particolare ai residenti di Al-Maghazi, Al-Bureij e Al-Mussader, che si trovano appena oltre le delimitate aree di aiuto umanitario, non era concesso spostarsi. Senza i teams mobili i bambini abitanti in questi luoghi non avrebbero ricevuto la vaccinazione.
In questo sforzo il ruolo decisivo è stato assunto dalle comunità locali, che con 300 collaboratori hanno contribuito al successo della campagna di vaccinazione: costoro si sono dati da fare per diffondere fra le famiglie il senso di importanza della prevenzione convincendo i genitori a vaccinare i loro figli. La fiducia della popolazione verso i rappresentanti della loro comunità ha dato un grande contributo alla riuscita del progetto.
Ci puoi dire qualcosa in merito al vaccino utilizzato in questa situazione speciale?
Si tratta del nuovo vaccino orale Tipo 2 (nOPV2). Questo preparato è stato appositamente sviluppato per combattere la circolazione del virus Polio Tipo 2 (cVDPV2), che si propaga soprattutto in paesi dove la vaccinazione presenta una copertura insufficiente. CVDPV2 è attualmente la forma di virus più diffusa; nella Striscia di Gaza il fenomeno è aggravato dalla mancanza di infrastrutture di base, un fattore che espone particolarmente al contagio la popolazione non vaccinata.
Il vaccino nOPV2 è allo stesso tempo sicuro ed efficiente. Consente ai bambini vaccinati una protezione dalla malattia, parallelamente impedisce la diffusione del virus nella comunità. Ciò è particolarmente importante per impedire l’espansione della malattia. Negli ultimi mesi a Gaza sono stati raccolti campioni ambientali che hanno dimostrato la presenza del virus; si sono registrati parecchi casi di paralisi acuta (AFP), fra i quali quello di un bambino affetto da Polio confermata.
Come proseguite dopo questa prima fase? Quali saranno i prossimi passi?
Dopo una prima fase portata avanti con successo i responsabili si stanno attrezzando per la seconda e la terza. La seconda avverrà dal 5 al 8 settembre 2024 nella parte Sud di Gaza, dove stimiamo vi siano 340000 bambini da vaccinare. Analogamente al primo intervento prevediamo sia teams fissi come pure mobili, con lo scopo di raggiungere quanti più bambini sarà possibile. Il terzo intervento è previsto dal 9 al 11 settembre nella zona Nord di Gaza, qui saranno 150000 i bambini ad essere vaccinati.
L’obiettivo che si prefiggiamo è di ottenere un tasso di vaccinazione di almeno il 90%. Ciò si impone per evitare la diffusione della malattia sia in ambito locale che internazionale. I responsabili sorvegliano attentamente la situazione del tasso di vaccinazione e adattano la strategia in modo flessibile, affinché ogni bambino venga coinvolto.
In questa situazione quale ruolo gioca la collaborazione internazionale?
Molto chiaramente: senza di essa nulla funzionerebbe. Senza la stretta collaborazione e senza la reciproca fiducia fra i partners coinvolti (WHO, UNICEF, UNRWA e i fautori dell’Iniziativa Globale per l’Eliminazione della Polio -GPEI-) non sarebbe possibile agire con una campagna in grande stile in una zona come la Striscia di Gaza. Il sostegno finanziario dei donatori ed il lavoro coordinato sul posto hanno reso possibile il successo di questa iniziativa.
Questa collaborazione testimonia e sottolinea l’importanza della Pace per questa popolazione. È utile e doveroso sottolineare che questa campagna è avvenuta durante una pausa umanitaria rispettata da tutte la parti aderenti al conflitto. Speriamo quindi che questa dinamica positiva trovi adesione anche per ulteriori progetti umanitari che hanno l’obiettivo di alleviare le sofferenze delle persone coinvolte.
C’è qualcosa che vorresti ancora trasmettere agli amici Rotariani?
Mi preme ricordare loro che la lotta contro la Polio rappresenta una responsabilità globale. Non possiamo permetterci di allentare la presa poiché la Polio non conosce frontiere e non ha alcuna intenzione di arrendersi. Finché avremo nuovi casi nel mondo ogni bambino sarà minacciato. È peraltro incoraggiante osservare ciò che può essere raggiunto quando le Comunità, i Governi e i Partners internazionali si uniscono con l’obiettivo di creare un futuro migliore per tutti i bambini del mondo.
Caro Cory, ti ringraziamo per le tue parole.
I nostri partners-Polio in Svizzera /Liechtenstein Distretto 1980: Rot. Isabel Zimmermann, RC Balsthal, isabel.zimmermann@gmail.com Distretto 1990: Rot. Oliver Rosenbauer, RC Genève International, rosenbauero@who.int Distretto 2000: Rot. Cory Edwards, RC Zurich International, cedjacket@gmail.com
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